Perchè in Svizzera si mangia sempre meno carne?

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Nel 2019 l’analisi sui consumi in Svizzera indica come si sia consumata meno carne con un calo del consumo di carne pari all’1,4%. L’aumento dei prezzi ha compensato la contrazione delle vendite, come conferma l’Ufficio Federale dell’Agricoltura nel suo rapporto e il fatturato dato dal mercato della carne ha raggiunto i 4,57 miliardi di franchi con un aumento di quattro milioni di franchi rispetto al 2018.

In particolare il prezzo della carne è aumentato dell’1,5% ma non è questo l’unico motivo per cui si consuma meno carne in Svizzera, come vedremo tra poco.

Tra le preferenze dei consumatori c’è il pollo, il cui consumo è aumentato del 1,9% e i cali più importanti hanno riguardato l’agnello e il vitello, ma soprattutto il maiale che è sceso del 4,7%.

Pollo alla griglia, petto di pollo

Consumo di carne in calo: i motivi della scelta

Gli svizzeri hanno scelto di consumare meno carne per diversi motivi, tra cui clima, salute e benessere degli animali.

Dal punto di vista di sostenibilità e clima, il settore agricolo è responsabile di un quarto delle emissioni globali del gas serra.

Il 60% di queste proviene dalla produzione intensiva di carne e derivati animali e si tratta di un gas destinato a crescere, legato anche al deposito di enormi quantità di letame e alla produzione di mangimi, che ha un impatto distruttivo sulle foreste e sul ricambio di uso del suolo.

Consumate meno carne e premiare l’acquisto di vegetali o carne prodotta con attenzione all’ambiente aiuta a combattere il cambiamento climatico al pari della scelta di ridurre il consumo andando in bicicletta e non in auto.

Non solo: nel 2015 l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha classificato la carne rossa come “probabilmente cancerogena per gli esseri umani” e la carne lavorata come “cancerogena per gli esseri umani”. Sempre dal punto di vista della salute la carne è legata all’aumento dell’obesità e delle malattie croniche non trasmissibili come le malattie cardiovascolari.

Infine l’uso degli antibiotici negli allevamenti intensivi a portato secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a un’emergenza sanitaria globale data dall’antibiotico resistenza. Da ultimo l’inquinamento prodotto dagli allevamenti intensivi ha un impatto sull’inquinamento per la produzione di polveri fini, le PM, e per la quantità di liquami che inquinano terreni e corsi d’acqua mettendo a rischio le falde acquifere.

Consumare meno carne significa anche prestare attenzione al benessere degli animali e la fattoria felice è sempre più rara dato che il 72% degli animali allevati in Europa proviene da aziende intensive e di grandi dimensioni.

Si tratta di vere e proprie “fabbriche della carne” in cui gli animali non vedono la luce del sole, non possono muoversi e accudire i piccoli e passano la vita reclusi in spazi ristretti.

Per questo anche in Svizzera le persone hanno compreso come la riduzione drastica del consumo di carne porta a modelli di produzione più ecologici e attenti al benessere animale.

Sicuramente la carne è importante per la dieta delle persone, ma è importante acquistare solo un prodotto di qualità e proveniente da allevamenti estensivi e che non fanno uso di antibiotici, come la carne che ogni giorno Divoora con i suoi partner consegna in tutte le case.

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